“EFFETTO MOSCA: eccezionale sprigionamento di energie che rende possibile eventi altrimenti irrealizzabili”. Usano questa definizione i ragazzi de Il Parto delle Nuvole Pesanti per dirci del loro nuovo disco, il secondo targato Lilium e il quarto contando anche l’esperienza delle autoproduzioni. Naturalmente, se siete già diventati seguaci di Ciani (il personaggio chiave di questo disco), avrete già avuto modo di apprezzare i temi portanti di questo album in cui trovano spazio le storie più svariate: dall’emarginazione all’immigrazione, passando per gli innumerevoli sogni in vista di un’improbabile aria di rivoluzione all’insegna del rock ‘n’ roll. In quest’ottica si spiegano brani esplosivi quali “Viaggiatori”, “Un gelato al limone”, “Prendo il vento”, “Le cose che mi restano” e il singolo “Ciani”, di certo l’episodio più significativo per capire tutto lo spirito del lavoro.
La musica, come è facile prevedere, è assolutamente irresistibile: azzeccati tutti gli arrangiamenti, i nostri sanno rivitalizzare i ritmi folk della regione di provenienza (la Calabria) rileggendo spesso il tutto in chiave punk - senza disdegnare atmosfere soffuse come quella che caratterizza il brano in cui Teresa De Sio presta sia la sua voce che la sua dose di creatività (“Messa”), per non citare le bellissime “Suonano parole” e “Liberamente”.
Affiora comunque, qua e là, un sentimento di tristezza e malinconia che evidenzia una certa attitudine musicale in cui all’ironia strisciante delle liriche si contrappone un suono particolarissimo che esprime al meglio gli intenti artistici del quartetto. Senza contare, poi, della verve del vocalist, nonché leader, Giuseppe Voltarelli, che vale da solo ‘1000 Cisco di oggi’ e le 30 carte del disco e di un imprescindibile spettacolo live.
Ci sarebbe infine da aggiungere degli interventi degli ‘special guest’, ma basti solo citare il lavoro di Roy Paci, responsabile degli arrangiamenti dei fiati, non a caso riuscitissimi. Insomma, questo “Sulle ali della mosca” non è altro che una superlativa prova di una formazione che oggi, in Italia, sa come suonare e interpretare il folk nella maniera migliore, primeggiando con un notevole distacco sui vari inseguitori.
Se finora non fossi stato abbastanza convincente, potrei sembrare logorroico affermando che quest’opera è certamente fra i migliori dischi del 2000; fate in modo che succeda anche a voi.
---
La recensione Sulle ali della mosca di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-12-27 00:00:00
COMMENTI