Secondo disco per questo gruppo toscano, autore di un progetto interessante e originale. La base è un blues rock aggressivo, capace in pochi secondi di incattivirsi verso l'hard rock o verso un folk pesante e veloce. Musiche che giocano a scappare lateralmente, senza dare punti di riferimento precisi e cercando di stupire con alternanze audaci che rimandano alle collezioni sonore di Elio e le storie tese (è il caso, ad esempio, de "La festa esangue"). Ma Il maniscalco maldestro si concentra in particolare sulle voci, curate ed esaltate fino a diventare l'elemento centrale del disco. Voci che si intrecciano su più tonalità e con diversi stili, a dare una lettura profondamente interpretativa e teatrale dei testi. Le parole vengono quasi messe in secondo piano, usate come semplici suoni per gli strumenti vocali del gruppo. Ciò che arriva alle orecchie dell'ascoltatore è così un insieme sonoro affascinante e dalle mille sfumature, in cui la schizofrenia vocale viene compensata dalla robusta concretezza delle chitarre. Il risultato finale è un lavoro di ottima qualità, che convince da tutti i punti di vista e che probabilmente si troverebbe a proprio agio dalle parti della Trovarobato.
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La recensione Panna, polvere e vertigine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-04-02 00:00:00
COMMENTI (3)
NoN a caso li abbiamo voluti sul nostro palco 2 anni or sono!!!
P.s. saluto lorenzo qui sotto e i 7passi!!!
Mitici!!!
Loro sono veramente bravi