Quando uscirono nel 2006 con il loro album d'esordio "Angles" la rivista inglese Uncut aveva definito gli Hot Gossip "un incrocio perfetto tra le atmosfere di Television e Wire ed il nerd-punk dei Brainiac", una di quelle promesse importanti della musica indipendente italiana, pronta a lasciare il nido materno nel più breve tempo possibile. Tolti gli ormeggi dal porto italiano, la formazione lombarda ha successivamente fatto sosta nel Regno Unito, in Germania, in Belgio, in Olanda ed in Lussemburgo, ha perso vecchi compagni di viaggio e reclutato nuovi marinai, ma soprattutto ha aperto le finestre della composizione e si è inebriata di poliedrici respiri musicali. Album stracolmo di personalità, "You look faster when you're young" è un lavoro pieno zeppo di cose musicalmente buone, che traccia la via a quel post-punk stralunato fatto di suoni che deragliano liberamente, esplodendo senza una struttura fissa, con i bassi a reggere il gioco e l'insegnamento della new wave più strampalata e urticante a dare le coordinate. Non c'è traccia della ricercata sporcizia degli esordi, le trame si alleggeriscono e sorreggono un cantato volutamente atonale in talune occasioni che funge costantemente da motore trainante di accelerazioni melodiche. Ritornelli ossessivamente meravigliosi imbevuti di piacevolezza danzereccia e ritmi in levare, punteggiati di cadenze pop e innesti funk la fanno da padrone: quello degli Hot Gossip è un suono messo giù di pancia, che fa battere i piedi per cadenzare il tempo ed è figlio di una mente musicalmente arguta, smaliziata e padrona. Tiratissimi se ascoltati al massimo volume, di sostanza e impareggiabili nei refrain; cuore pulsante di tutti i brani. Fischietti "Call the rangers" ed "Everybody else" e mentre dondoli con i tuoi "Uh, uh, uh", ti fermi e per un attimo ti manca il fiato. Perché questo album di "musica leggera" ha poi un sostrato testuale di una malinconia acutissima, che ti parla di come sia necessario tornare a guardare lontano e ritrovare il proprio guscio per non venire travolti dal caos che ci sta intorno. E tu pensi che la copertina di questo lavoro che ritrae tre bambini che accennano un sorriso mentre il sole estivo tramonta alle loro spalle, avvolti da colori soffusi che possono schiarirsi ma anche diventare buio pesto, indicava proprio la chiave d'accesso per entrare appieno nel disco: il bisogno di ritrovare la propria casa, di toccare la terra con i piedi, di riconoscere la semplicità come unica strada percorribile per sopravvivere al bombardamento di stimoli che ci vengono quotidianamente inoculati. Questo è un album che ricerca la pace dei bambini, una pace fatta di paure, di incoscienza, di genuinità.
"You look faster when you're young" è per questo ed altri mille motivi un lavoro intelligente, che invita a scuotersi sul palco, auspicando però che ci si ritrovi tutti alla fine dietro le quinte, negli scantinati, a distendersi sul pavimento pensando che in fondo sia possibile essere felici anche senza un faro di luce ad illuminarci davanti ad una platea.
L'Italia dovrebbe apprezzare di più questi figliol prodighi!
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La recensione You look faster when you are young di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-05-27 00:00:00
COMMENTI (7)
Niente, confermo.
Album strafigo.
Spero di vedervi live prima o poi!
Finalmente qualcuno che si accorge di questo disco! bellissima recensione.
Ho comprato questo disco dopo l'ottimo concerto al Covo di Bologna... non riuscivo più a toglierlo dal lettore, bellissimo!
Mi piacete tantissimo! :)
(Messaggio editato da vstarlight il 15/04/2009 20:17:00)
fighissimi!
Fantastico, non vedo loro di sentirli in concerto!
che figata sto disco, bello quanto angles