Progetto particolare e piuttosto originale quello proposto da La Chiesa Dei Morti Viventi, one man band (a quanto pare). Produzione homemade, macchine e bulloni uniti a coppie.
Quasi ogni brano si forma su batteria, pianoforte/tastiera e melodie a volte geniali, a volte meno convincenti. Un suono poco complesso, ma comunque in grado di lasciare qualcosa. Il lavoro è composto a tu per tu con un freddo calcolatore elettronico, ma il talento trapela attraverso la scheda madre. Oltretutto le liriche ci sono e arricchiscono le scelte sonore a volte un po' troppo limitate ad un'ossessiva ripetizione. Il disco si apre con "Festen", sorretta da un'interessante base drum'n'bass e una linea melodica semplice ed efficace, modello seguito da "Limpo", dove la scelta di escludere la sezione vocale rende il brano una soleggiata passeggiata sul lungomare. "La giusta distanza", che quasi ricorda "New York I Love You But You're Bringing Me Down" del maestro James Murphy, fa delle proprie liriche il punto di forza peccando, però, di una incapacità vocale in grado di mantenerle e di esaltarle ("L'intenzione è buona" citando proprio il testo in questione). "Il Morso" si adagia su una produzione che chiama in causa, soprattutto nelle strofe, gli Gnarls Barkley di "Gone Daddy Gone", divenendo un'apprezzabile marcetta pop, come "Arcistufo", di cui però non convince, nuovamente, il cantato. "Violenza" chiude il tutto con un'attitudine industriale e celebrale.
Probabilmente non da primo ascolto, e non da annali della musica, ma è un disco che fa ben sperare. Ora servono mezzi, più coraggio nello sperimentare e una maggiore compattezza. E lavorare sulle parti canore, a volte suonano così ingenue.
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La recensione Decalogo per Contattisti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-05-12 00:00:00
COMMENTI (3)
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