Non meravigliatevi se qui a Rockit torn(iam)o spesso sui Marlene Kuntz: anche nel caso di questo singolo, in cui ribadisco (ma non infierisco) i nostri proprio peggio non potevano fare, vale la pena segnalare le b-sides prodotte dal quartetto. Sì, perché se la title-track è un’iniezione alla camomilla, gli altri 3 brani in scaletta meritano almeno una citazione.
E la meritano soprattutto le tracce centrali, ovvero due remix ad opera, principalmente, di Mauro “Teho” Teardo, titolare con gli Here di un album interessantissimo intitolato “Brooklyn bank” e pubblicato quando ancora esisteva il C.P.I.. Ebbene, se conoscete quel disco potete immaginare che trattamento abbiano subito “Infinità” e “Come stavamo ieri”, quest’ultima già comparsa nell’ep del ’98 “Come di sdegno” e di cui spero abbiate già apprezzato la bellezza; anche l’episodio ripescato da “Ho ucciso paranoia” si caratterizza per i suoi lineamenti ‘sinuosi’ (un vaghissimo accenno al trip-hop), con un loop di archi a segnare nuovi contorni sonori.
Il pezzo finale, invece, è una bella sorpresa ‘elettrica’ ed ‘elettrizzante’ al contempo: si tratta infatti de “La vampa delle impressioni” (anche questa comparsa su “Come di sdegno”), registrata al Rivolta di Marghera (VE) nel dicembre ’99. La canzone è strutturata in maniera atipica rispetto ai classici canoni rock: i primi 3’ vedono Godano impegnato a recitare il testo fino al verso “L’indignazione è rara, quella vera / e io odio il carcere”; dal momento successivo l’atmosfera cambia improvvisamente e la band genera un vortice noise che si trasforma in una lunga coda finale.
Adesso aspettiamo il prossimo singolo “Serrande alzate”, con buona pace dei puristi e di chi è senza peccato…
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La recensione La canzone che scrivo per te (cd single) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-01-11 00:00:00
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