TheTiesAndTheLies
Behind the barricade 2009 - Rock, Indie

Behind the barricade

La pioggia battente non fa paura. Siamo rimasti senza parole da dire. La bocca asciutta, sa di aridità. L'unica cosa da fare è lasciarsi andare. Perché c'è stato quel tempo di sorrisi, di desideri, di promesse. Ti ricordi? Ci sembrava di sognare. Facevamo invidia ed ora, guarda cosa siamo diventati. There's not enough time for us.

Come quella volta che ascoltammo "Hello Tokyo" dei TheTiesAndTheLies in macchina: erano due anni fa, ci divertivamo ad assumere l'aria da poser e ad imitare il cantante, con quel timbro così simile al leader degli Interpol. Dio, come era impostata quella voce, però quelle melodie dalle atmosfere oscure e definite sapevano coprirci le spalle di una nebbia impercettibile. E ci piaceva. Ritrovarli adesso fa paura. Sono cresciuti enormemente, non trovi? Gli spigoli dei loro brani sono stati smussati, lasciando spazio ad atmosfere più malinconiche, shoegazer, più lente, citando Joy Division e Smiths. Posso sentirti vibrare, quando l'assolo di "The Bombs Over Town" graffia sul petto e ti entra dentro, lacerando qualsiasi cosa incontri: è fumo che corrode i polmoni e inumidisce gli occhi. E quella "August is for City Lovers", con quel riff che fa riecheggiare "Where is my mind?" dei Pixies, ricordandoci ciò che eravamo e che non saremo mai più. L'aver metabolizzato i primi Coldplay e i più recenti Glasvegas li rende capaci di scrivere meravigliose canzoni in cui riverberi e groove si fondono per formare un sound compatto e densissimo. Un ep per la fine di un amore, di un'esistenza, in cui la disillusione rende impossibile qualsiasi ulteriore azione.

Sopravvivere fa paura, mentre con un filo di voce mi dici "slow now, take your time to hold the gun". Ventuno minuti di pura malinconia per raccontare una storia finita male. La primavera sembra ancora lontana, mentre il sangue comincia a sgorgare sul pavimento.

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