Gli El-Ghor arrivano alla sempre difficile prova del secondo album, quello che deve confermare quanto di buono avevano fatto intravedere con il loro precedente "Dada Danzè". Obbiettivo raggiunto con pieno merito: in questa nuova fatica, figlia di una lunghissima gestazione, si portano ad un livello compositivo ancora più complesso, evolvendo in multiformi sonorità che li confermano tra le più interessanti novità nostrane. Questo disco farebbe da perfetta colonna sonora ad una pellicola della Nouvelle Vague, e non è solo per il cantato in francese che mi arrivano alla mente le pellicole di Godard o Truffaut, sono le atmosfere che questi giovani musicisti riescono ad evocare: ambientazioni tanto oniriche e sognanti, quasi dream pop (come in "Mèmoire aide moi") e dalla musicalità ondeggiante che un po' ricorda Yann Tiersen (ad esempio in "Cucù-tetè", dove fiati incantevoli fanno da substrato sonoro a momenti nostalgici e melanconici che mai scadono nel depresso). Momenti nervosi, al limite del math rock, interrompono i sogni per farci risvegliare in una ben più dura realtà ("J'arrive à voir" o "Miss Marianne"). Ricalcano le orme di classici del rock (nostrano e no), snaturandone la forma, e quando il cantato scompare per lasciare spazio alle parti strumentali eccoci immersi nella musica da film. Un lavoro potente e al tempo stesso delicato, che si propone come la colonna sonora di momenti andati, momenti in bianco e nero, che potebbero farci ricordare degli El-Ghor a lungo.
---
La recensione Merci Cucù di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-04-29 00:00:00
COMMENTI (3)
che bravi, complimenti davvero
insomma perchè non vi chiamano a questo miami??
grandi!!:]