Quanto è profilico il cantautorato nostrano di questo periodo. I giovani talenti si stanno facendo strada nel tentativo di dare una nuova generazione di cantautori ad un paese cresciuto tra Battisti, De Andrè ed altri illustri rappresentati di tale genere.
La nuova generazione avanza, dunque, con i nomi di The Niro, Vasco Brondi e Dente in prima fila. Più indietro, forse per la carica meno innovativa, giunge anche Fabio Mercùri. Al contrario dei nuovi poeti, metropolitani e disillusi, Mercùri ricerca e ritrova, invece, una primavera sonora e testuale nel suo cantautorato pop. Gli arrangiamenti sono spesso aperti e pieni di un convinto entusiasmo che, in alcune occasioni, riesce ad arrivare dritto al cuore di chi ascolta, come succede nel brano d'apertura "Accade" (tra i più riusciti e manifesto della forma-canzone di Mercuri) o in "L'invasione delle biciclette". Probabilmente, però, è proprio questa positività a penalizzare la riuscita del disco. A tratti si scivola nel mieloso, soprattutto per quanto riguarda i testi. Un disco che lascia una sensazione piacevole ma che, tendenzialmente, si perde dopo qualche ascolto. Manca il colpo di genio che renderebbe compiuta l'opera.
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La recensione Di tutto quello che c'è di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-04-20 00:00:00
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