Hanno un proprio stile i Matta-Clast, del tutto originale e per molti aspetti apprezzabile. La personalità di questo disco è forte, e considerando che parliamo del primo full length non è certo cosa da poco. Come del resto non è da poco la cura negli arrangiamenti, che ha portato ad un impasto sonoro finale pressoché perfetto, dentro al quale viene indagato piuttosto onorevolmente il rapporto tra ritmo e tensione armonica, violenza ed attesa. Contrapposizioni queste che danno vita ad un'atmosfera elettrica, nervosa, "tirata", molto coinvolgente ed espressiva, che un po' richiama i primi lavori dei Marlene Kuntz. Decisamente curati anche i testi, ermetici ed arrabbiati ma che mostrano una notevole attenzione alla sonorità delle parole: su musica dura si incastrano rime dure, e tutta la lirica si muove per assonanze. L'enfasi poetica con cui sono scritti è lodevole, ma rende i pezzi meno diretti e alla lunga appesantisce il disco, che in virtù della rabbia di cui è pregno avrebbe bisogno di più naturalezza. La voce, cruda ed intensa, contribuisce in maniera decisiva a caratterizzare l'impronta finale della band, ma la linea melodica non si sviluppa quasi mai, limitandosi a "lanciare" le frasi sopra la musica senza che davvero interagiscano con essa; cosa che da un lato è sicuramente interessante, dall'altro, alla lunga, stanca.
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