L'album in ricalca i clichè, ormai triti e ritriti, di un genere nato stanco e ormai morto, ovvero il metalcore nella sua veste più moderna, superprodotta e intervallata da ritornelli emopop che sono il tipico esempio di cavoli a merenda. Non mancano stacchi mosh, vocione testosteronico e pioggia di riff chitarrisstici ultramelodici, in pieno stile Killswitch Engage, ultimi In Flames, Soilwork e compagnia cantante. Anche l'ultimo chiodo della bara è stato piantato. Si spera che i ragazzi - che giustamente credono molto in questo progetto - cambino gusti e veicolino le loro energie su tutt'altro genere.
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La recensione Breeding A Divinity di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-05 00:00:00
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