Il ponte levatoio si abbassa, il portone si apre concedendo l'accesso alla corte di Donna Ginevra, che accoglie i suoi ospiti in abito talare. Si prende posto e lo spettacolo inizia. Spettacolo o viaggio, seppur virtuale, il confine stavolta è davvero labile. Donna Ginevra ricerca e reinterpreta le melodie popolari racchiudendole in una dimensione priva delle categorie di spazio e tempo. Non è un album che omaggia qualcuno in particolare, i brani non possono essere considerati solo dei tributi o ancor peggio delle semplici cover. Piuttosto, è una sorta di vestizione: Ginevra Di Marco prosegue il progetto di "Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre" (il retro copertina lo rappresenta chiaramente) e i suoi cortigiani, venuti da ogni parte del mondo, offrono in dono la loro musica, senza distinzioni di genere. "M'aggia curà" è la macchietta napoletana vecchia di mezzo secolo, ma senza dimostrarlo. "Il crack delle banche" parla dello scandola della Banca di Roma a fine Ottocento, ma non è mai sembrato tanto attuale come ora. "…che per aver rubato ci han fatti cugini del re" è solo un piccolo assaggio dell'ironia e modernità che veicola. Non si dimentica della sua Toscana con una ninna nanna agrodolce, "La malcontenta", interpretata a suo tempo da Caterina Bueno. E poi c'è la tradizione della canzone bretone, i ritmi calienti di Cuba gli antichi canti nuziali macedoni.
Donna Ginevra abbraccia un repertorio ricco e di rilievo, da scoprire ascoltandolo senza remore o pregiudizi. Ogni brano ha la sua storia e il descriverlo a parole non potrebbe mai darne una visione completa. È un festival etnografico da attraversare e da vivere lasciandosi trasportare delle emozioni. Ad accompagnarla in questo viaggio ci sono i compagni di sempre, Francesco Magnelli, Andrea Salvadori e Marzio Del Testa che costruiscono un ottimo scheletro di arrangiamenti ed effetti sonori.
Che si cimenti in un'ironica presa in giro o si chiuda in un'interpretazione drammatica non perde mai di sensualità. Ginevra di Marco incarna musicalità e carisma, in misura equilibrata. Fiera di una rinnovata morbidezza femminile dà vita ad uno spettacolo pieno di forza e sentimento.
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