Il viaggio reggae roots del lanciatissimo convoglio sardo si arricchisce di coraggiose deviazioni
Nuova corsa per il Train To Roots, reggae band sarda ormai veterana della scena, che pubblica con questo "Growing" il suo terzo full-length. Cambia la stazione di partenza, che è l'etichetta torinese INRI (Linea77, Levante, Foxhound), e il macchinista in sede di produzione, che in questo caso risponde al nome di Manuele Fusaroli.
La velocità di crociera è quella consueta, sostenuta pur nel suo essere polleggiante, ma le fermate sono più numerose del solito: partendo dai classici belvedere roots (le ottime "Aprile" e "Nulla da perdere"), passaggi imprescindibili per il sound dei TTR, e dalle gitarelle in territori rocksteady ("Le leggi dell'ospitalità", uno dei migliori brani ska italiani ascoltati recentemente), il convoglio capitanato dai cantanti "Bujumannu" Pireddu e "Rootsman I" Mulas si spinge anche molto più in là.
Quasi oltrefrontiera: perché se "Change" è un pregevole pezzo soul-funk stile anni Settanta, "Hot situation" e "Wake up" si arrampicano tra le ultime tendenze provenienti dalla Giamaica e la dubstep, invitando a bordo un pubblico sempre più eterogeneo. Un percorso coraggioso, che arriva a destinazione soprattutto quando le nuove deviazioni incrociano quello che è stato per anni il primo binario dei Train To Roots ("Blind date", "Ever") e che ancora li contraddistingue, non solo nel nome.
E se è vero che lungo il tragitto di "Growing" ci sono forse una o due fermate di troppo ("Just Di Love", "No gangstar"), altrettanto vero è che nel panorama italiano veramente poche formazioni in levare riescono a stare dietro ai lanciatissimi Train To Roots. Ragion per cui il consiglio è quello di salire in vettura quanto prima, quando passeranno dalle vostre parti.
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La recensione Growing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-21 00:00:00
COMMENTI (2)
Grazie per la bellissima recensione!
Un pò...Da Serramanna :-)