Sto ascoltando ininterrottamente da quattro giorni il disco deiNemesi per cercare di capire al meglio se questa band proponga agli effetti qualcosa di interessante o semplicemente i nostri sono i soliti burattini scimmottanti le grunge star degli anni ’90.
A dire il vero sono proprio loro che dichiarano senza problemi d’ispirarsi alla musica di grandi band dell’era Seattle come Soundgarden, Pearl Jam, Mudhoney (questi però ragazzi non li ho mica sentiti…) e più in generale (parole testuali) “A tutti i gruppi rock anni ‘90”: dici poco!
Devo dire che per i primi due nomi citati non c’era bisogno di precisarlo: si sentono…
Premetto, quindi, che i Nemesi (quattro elementi tutti molto giovani) sono bravissimi, forse anche troppo; per descriverli basta ricordare proprio il sound d’oltreoceano dei primi ‘90: non aspettatevi niente in stile Nirvana però, perché i ragazzi in questione sono decisamente troppo pulitini e precisi e comunque viaggiano su linee più melodiche.
Ma cosa non va in questo demo? Quattro brani che fanno a cazzotti fra loro: “Plastik Girl” e “Te lo dirò così” deludono non poco: canzoncine belle all’apparenza, ma decisamente troppo perfette per i miei gusti, con arrangiamenti fin troppo ruffiani.
Quello che mi vien spontaneo pensare è che questi due brani siano stati scritti e intrepretati dal gruppo solo per autocelebrarsi e per convincersi (e convincere) che anche loro potevano fare canzoni come quelle dei loro idoli: insomma per dimostrare a tutti che son decisamente bravi a suonare. Ripeto: è vero(!), ma questi due pezzi dimostrano anche un’incapacità di lasciarsi andare, e di creare liberamente.
I testi? Ormai il rock in lingua italiana non è più cosa che smarrisce, ma Nemesi s’impegnano di brutto per rendere ridicolo l’ascolto di questi due primi brani: ambedue basati su una incomprensibile linea misogina, troppo di moda negli ultimi tempi (ma ragazzi…non vi piace più la gnocca???).
Il cantato è decisamente troppo “ispirato” ai modelli già citati precedentemente, anche se devo dire che Marco (il vocalist) ha veramente una voce spettacolare! Peccato solo che scimmiotti continuamente Chris Cornell ed Eddie Vedder.
Finale semplice e piacevolissimo con “Ameni pensieri” e “Resto sveglio”, anche se nel complesso il lavoro ricalca fin troppo gli elementi caratteristici del grunge
Per concludere, quindi, mi permetto di dare un consiglio (scontato, forse…) alla formazione toscana: dimenticatevi il grunge e andate per la vostra strada - che siamo nel 2000 e Seattle è lontana. Il talento lo avete ma occorre usarlo nella maniera giusta.
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La recensione Nemesi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-01-29 00:00:00
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