Modena City Ramblers Onda libera 2009 - Folk

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Così, quando pensi a tutt'altro, ti capita per le mani il nuovo disco dei Modena City Ramblers. Sono passati tre anni da "Dopo il lungo inverno", album che segnava l'uscita dal gruppo del frontman Cisco. Ai tempi, scrissi di segnali positivi, di apparente volontà di cambiare una rotta ormai consumata e sterile, oggi è il caso di tirare qualche somma e purtroppo tale somma finisce per avere un segno meno davanti. Più che nelle canzoni, le carenze sono insite nel progetto stesso, che cerca invano di riciclarsi, proponendo a un pubblico nuovo temi già affrontati in passato. Ecco allora il primo pezzo "Onda libera", instant song nata (già morta) per farsi inno dell'Onda degli studenti, seguita da un pezzo sulla Sicilia che non si stanca di citare "l'odore di arance e limoni" e la "terra dei cento passi", mentre più avanti troviamo il Medio Oriente, l'opposizione alle logiche della globalizzazione, la chiamata alla lotta. L'impressione è che ormai i dischi dei Modena siano fatti con un bilancino politico degno della lottizzazione Rai: un ritornello alle tradizioni, un pugno alzato contro le multinazionali, un saltello per la resistenza. Ma questo manuale Cencelli applicato alla musica finisce per tagliare fuori una cosa: il mondo reale. Solo così si riesce a spiegare un pezzo come "Valzer chiuso in soffitta", in cui si canta che l'Italia "non è un paese per vecchi": al di là del fatto che ormai il titolo di McCarthy (o dei Coen) è a dir poco inflazionato, è infatti evidente a tutti che oggi l'Italia è un paese di e per vecchi e che è questo uno dei motivi che spinge la protesta di quei giovani cantati appena due pezzi prima in "Onda libera". Come nel recente album di Cisco, dalle tracce emerge una sostanziale incapacità di lettura del circostante, che mina alle fondamenta un progetto che si vuole fatto fare portavoce di qualsiasi istanza di giustizia e rende inutile parlare bene dei brani più tradizionali, meno diretti politicamente e cantati dalla voce femminile.

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La recensione Onda libera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-05-18 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • amlau 15 anni fa Rispondi

    Forse non sono solo i Modena a riciclarsi.
    Insomma, guardatevi intorno non è cambiato niente e probabilmente non cambierà mai nulla, il fatto che le canzoni proclamino sempre le stesse denuncie, forse vuol dire che tutti promettono incrociando le dita dietro la schiena.

  • zionpowered 15 anni fa Rispondi

    ma come siete cattivi :D ..nell'ultimo concerto che abbiamo fatto insieme il 4 maggio mi sono seriamente divertito..
    e c'erano anche tanti altri gruppi dei quali ora non ricordo il nome :D...ho il disco ma non ho avuto il tempo di ascoltarlo :?

  • nicko 15 anni fa Rispondi

    non ho ascoltato il disco (e ammetto di non averne la minima voglia), ma mi fido ciecamente di marco e leggendo la recensione non ho potuto fare a meno di pensare a quel personaggio comico di uno dei programmi della dandini anni 90: quello che era stato ibernato negli anni 70, si risvegliava nei 90 e parlava solo a suon di "compagno", "rivoluzione" e simili. ecco, i modena (che un tempo amai alla follia) mi sembrano perennemente fermi e ibernati nel loro clichè. sempre più tristi e inattuali. peccato.

  • giogi 15 anni fa Rispondi

    Per quello che scrivi fai intendere che dal loro ultimo album sembra che dal lungo inverno non si siano svegliati.
    I Modena City Ramblers non cercano di riciclarsi ma rimangono ciò che sono, con o senza Cisco, un gruppo che attraverso la musica cerca di mischiarsi nel sociale dando un suo contrubuto.
    E' inevitabile che nei loro testi risultino ripetitivi e retorici, soprattutto perché ormai abbiamo capito tutti cosa pensano sugli argomenti scottanti del nostro bel paese, rom, immigrazione, mafia & company.
    Se nelle canzoni parli di argomenti come questi rischi di cadere nella banalità e nel qualunquismo. Ma i Modena sono questo, da sempre e per sempre continueranno a predicare la pace nel mondo, il bene assoluto e la giustizia. Poveri, loro ci credono sul serio a quello che cantano.
    Tutto sommato posso dirti che nei live rendono sempre tanto, anche senza quel fustacchione di Cisco.

  • faustiko 15 anni fa Rispondi

    "Ma questo manuale Cencelli applicato alla musica finisce per tagliare fuori una cosa: il mondo reale".
    Grande Marco! :[