Guardate la copertina, non è esageratamente kitsch con tutte quelle tigri, il deserto, le big city lights, il vortice e il dito nell'occhio? E il titolo dell'album, non è forse un po' troppo pretenzioso per un esordio? La realtà è che la forza dei ruggenti Ah, Wildness! sta tutta nella loro faccia tosta epocale: ma dico io, com'è possibile che all'alba del 2010 questi ragazzacci emiliani in esplosione ormonale tornino a grattugiare sature chitarre funk pretendendo di essere uno dei gruppi più eccitanti dello Stivale come se gli Anni Settanta non fossero mai esisti?
E che dire dell'accortezza dei torbidi arrangiamenti di sax in stile "Milano da pere Anni Ottanta" e del retrogusto estetico-urbano che ne consegue? E delle gelide voci soul con cui i due cantanti e la leziosa chitarrista si inseguono per queste dieci esagitate canzoni, tra turbinio di piatti sferraglianti, bassi gonfi all'inverosimile che pregano già in ginocchio un trattamento French Touch, aperture garage a rotta di collo e petto in fuori, urla beduine, il piglio arty dei testi in inglese eccetera eccetera...
L'anno scorso sul palco del MI AMI avevano fatto intuire che c'erano delle buone potenzialità, e che come una squadra di super eroi riuscivano a scuotere di più quando univano le forze di cui sopra: con questo esordio sottolineano la loro schematica e preponderante esuberanza nella missione possibile di far sbattere le chiappe flaccide dei più timidi frequentatori di dancefloor, quelli che se stanno all'angolo del bar facendo finta di non guardare quei magnifici loser in pista che ballano ballano ballano portandosi via la notte e tutti i suoi desideri.
Un disco semplice, diretto e molto divertente, forse un po' monocorde in qualche passaggio ma che certifica che quelli della Riotmaker ancora una volta ci hanno visto giusto: gli Ah Wildness! non cresceranno mai, e questo in futuro potrà far di loro uno delle più grandi party band un attimo prima dell'Apocalisse... Intanto non mancate ai loro concerti, concedetevi una botta di vita, gli aloni di sudore non sono mai stati così sexy!
---
La recensione Don’t mess with the Apocalypse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-06-01 00:00:00
COMMENTI (2)
questo merita:
Bel bel lavoro!! :)
Complimenti.