Ascolto il disco sullo stereo. Non lo faccio quasi mai. Non posso scriverne, soprattutto perché non mi colpisce, ma so di essere stato distratto. Qualche giorno dopo lo metto nel computer; attendo il media player che non parte e invece mi compare una schermata che subito mi dipinge un sorriso sulle labbra. Un ponte su una strada di montagna, il monte alle spalle, una macchina parcheggiata e davanti ad essa cinque individui. Al primo scappa da ridere, come capita a me, il secondo è completamente sfuocato, il terzo fa la faccia da duro, il quarto vestito come un bambino si succhia pure il dito, ed il quinto sembra alto il doppio degli altri ed è di profilo. Mi faccio forza. Clicco su enter. Altre foto, ma mi basta la prima. Lascio perdere, non c'è un player. Cosa faccio? Recensisco le foto? No, dalle risorse arrivo e dopo 30 secondi di gracchianti rumori mi parte finalmente la title track: "Regno Elettrico". Ahia, quando sento l'ostentazione di riff e di voce subito rabbrividisco. Poi arriva "A chi non crede", il ballatone che mi riconcilia immediatamente con la band proveniente da oriente. Poi quasi non mi accorgo che comincia "Finchè non so". E' uguale alla canzone di prima, e stento a crederci! "Senza tregua" …forse un po' di rithm'n blues, con un testo che non si può sentire. "Vejto", non so perché mi esalta, mi ricorda i Ritmo Tribale, ed allora penso di salvare il tutto, quasi felice. Poi arriva "Waking to the sun" (l'hanno davvero scritto così…) che comincia con un giro di pianoforte. Quanto amo gli incipit di piano, ma quando parte la schitarrata cambio giudizio... Finalmente inizia "Contromano", un po' di banalità, vivaiddio, che prosegue con "Quello che sarà", "Semplicemente", "Non sentire più", "Alone". "Miss Musica": finalmente arriva l'ultima traccia, che mi congeda in maniera stucchevole col gruppo di levante.
Ora però non me ne vogliate, pensate solo ad un energumeno che non ne può più delle linee melodiche che fan da tappeto a liriche scontate, della non voglia di osare. Questi ragazzi avranno sicuramente la loro rivalsa sul palco, emozionando e dando carica, e quindi rimandiamoli.
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La recensione Regno elettrico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-03 00:00:00
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