Non è un caso che questi cinque ragazzi di Torino abbiano fatto successo in Inghilterra e siano stati messi sotto contratto da una blasonata etichetta particolarmente dedita a suoni violenti. E non è neanche un caso che questa blasonata etichetta abbia deciso di ristampare il loro precedente disco, "Too much happiness... makes kids paranoid", e lanciarlo sul mercato mondiale. Un caso, comunque, non è neanche la produzione affidata a Dave Chang. Niente è un caso, insomma, se i Linea 77 sono quello che sono, adesso. E quindi, se questo "Ketchup Suicide", basato su un crossover di stampo Deftones, risulta un bel disco, non è un caso.
Un grande muro del suono innalzato da una sola chitarra, una sezione ritmica incalzante e, soprattutto, l’intreccio delle due voci di Emo e Nitto sono le coordinate principali della formula dei cinque torinesi. Non solo rumore, comunque, ma anche una certa tendenza alla melodia. Fin dalla prima traccia, "Potato music machine", anche primo estratto, si nota un certo eclettismo e una grande forza espressiva, che si concretizza nella title-track, "Ketchup suicide", il pezzo migliore, caratterizzato da una certa enfasi quasi epica e una bella melodia. Melodia che rimane e rimarca la propria presenza anche in "Tadayuki song" e nell’unico pezzo cantato in italiano "Moka", una canzone arresa, ma ancora viva.
Le restanti tracce sono crossover allo stato brado: grezze e massicce. Tracce che spaccano, per dirla in slang; da segnalare perciò la riuscitissima - e ormai cavallo di battaglia - cover di "Walk like an egyptian" delle Bangles, allucinata e tremendamente compatta.
Nel Cd, oltre alle tracce audio, anche materiale per PC: foto, filmati, giochi, curiosità. E tutto a sole ventinove mila lire (scriviamolo per esteso).
Una buona conferma, dunque, dopo un buon esordio. Buone basi per un futuro che proponga cose ancora più buone. Aspettiamo con (buona) trepidazione.
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La recensione Ketchup suicide di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-02-05 00:00:00
COMMENTI (1)
parere personalissimo: questo è l'unico loro lavoro degno di nota...non mi stupisce la ristampa...ma molto probabilmente sono io che non capisco un c***o.:[