Inizialmente può lasciarti perplesso, quindi, spinto della curiosità ci riprovi, lo riascolti e sembra diverso. Lo spazio che occupa la matassa sonora della quale ormai sei cosparso, cresce. Si trasforma in textures colorate tendenti al blu, eteree, fatte di fili e nodi sugli stessi, e cresce.
Ci sono chitarre vicine e poi lontane, che fanno capolino tra pianoforte e tastiere, comportandosi da seconde voci, realizzando morbide curve strumentali. Nei momenti più canonici ricordano gli Editors degli esordi, in quelli più originali i Kraftwerk, come in "See-Through", ad esempio.
Un post-rock che gode di ottima salute, aggressivo e pirotecnico com'è giusto che sia. L'apparizione qua e là di strascichi new wave e tastiere synth-pop, unita ad una voce cavernosa, concorre a mostrare l'animo sentimentale della loro musica. Sei nell'infinito e non ti senti solo. Si deduce che per essere davvero prog-rock, manchi solo la noia.
Le trame crescono e l'atmosfera è sempre più impalpabile e fa rima con infinito. Ogni pezzo ha senso solo se ascoltato nella totalità dell'album, rendendo l'opera compatta e densa. Una piccola nota di demerito alla precisione esecutiva e la qualità delle registrazioni che non sono proprio impeccabili, ma quasi sicuramente sapranno fare di meglio. E' un buon esordio, sono giovani ed hanno le armi giuste. Da tenere d'occhio, a portata d'orecchio.
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La recensione Denied Light EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-17 00:00:00
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