Melodioso, con la capacità di pizzicare l'orecchio e la lingua. "Brutal", più che essere il piacevole debutto discografico della piemontese Tom Ton Band, è un cucchiaino di qualche buonissima salsa che non abbiamo ancora assaggiato.
Gli ingredienti ci sono tutti: sapore di favolosi anni sessanta, genuina attitudine post-punk nel suonare brani comunque orecchiabilissimi, un suono sempre piccante e pieno di sole, ottime sfumature folk e soluzioni stilistiche che strizzano l'occhio alla Scena di Canterbury. Mica per niente, le influenze della band arrivano dritte dritte dalle melodie dei Beatles e dei Byrds, dalle tastiere di Robert Wyatt e da richiami dylaniani. Ma sapete qual è la cosa più simpatica? Che ci troviamo dentro anche le distorsioni punk. Che ci troviamo i Clash. Soprattutto nella prima traccia, "How would you feel?", e nei suoi coretti. Capaci di farci ballare i piedini, di farci battere il tempo per terra contro la nostra volontà. Se prende, prende.
E la Tom Ton Band, oltre a coinvolgere i piedini, sa miscelare anche la giusta malinconia alle note delle sue canzoni. Perché, anche se restiamo eterni adolescenti, le nostre vecchie All Star cominciano a fare i buchi. E allora passiamo anche per la romantica "Come back here", dove "Now your skin shines as stars and I feel I'm going to stay in forever". Chitarre sognanti, pulviscolo atmosferico e luce che filtra sempre da qualche spiraglio.
Insomma, mille sapori per un'unica salsa. Che condisce bene, che si adatta a tutte le portate. Perfino all'autunno che arriva. Un ottimo sottofondo per tutte le stagioni, per tutte le strade, per tutti i viaggi. Un album sincero, prodotto con l'appoggio dell'associazione Vintage Factory Lab. Dodici pezzi ispirati e scritti unicamente in inglese. Bel lavoro.
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La recensione Brutal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-09-15 00:00:00
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