Cubomedusa, letale creatura trasportata dalle onde dell'oceano più scuro. Tentacolare, velenosa, avvinghiante e quasi ipnotizzante. "Memorie di un gondoliere" fa pensare ad un immaginario collegato alla vita passata a confrontarsi con il mare, a luoghi fatti di ragnatele di ponti e calli in cui perdersi. Riferimenti che non immagini così presenti in una band in realtà proveniente da Bologna. E quello che più di tutto non ti aspetti è che i suoni ti sembrino uscire da una copia abbandonata in uno scaffale remoto di quel portento che era "17 Re", dei Litfiba di una volta. Macchina del tempo guidata sulle onde di chitarre abrasive e brividi sintetici retro-datati. Suonato a meraviglia, ma cantato non proprio all'altezza. Scuro al punto giusto, certamente più genuino di tanta nuova new-wave che si sente oggi in giro. Forse troppo legato ai dischi di qualche lustro fa, ma accattivante, viscerale e coinvolgente. Ancora crudi i Cubomedusa Fat Orchestra, ma con le idee ben chiare, sicuramente in grado di far parlare di sé nel prossimo futuro.
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La recensione Memorie di un gondoliere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-09-10 00:00:00
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