Nubi pesanti si stringono rapide a formare compatte incombenze, la luce latita, così i sorrisi. L'orizzonte si fa limite ossessivo, l'occhio in marcia ardente per superarlo, e in questo grigiore asfittico senza soluzione di continuità l'eco ipnotica degli Scum from the sun. "La caduta prima del distacco" è un martello elettronico che preme sulle tempie, colpi sul granito, dolore notturno, palpebre immobili, dieci minuti di muscoli contratti e nervi che ti assorbono completamente fino a farti scomparire nel suono, tensione sapiente e pulsazione costante. Ma la tensione si allenta e le braccia si rilassano, si aprono mollemente al riposo, un riposo malinconico da giorno incompiuto, da inevitabile insuccesso, e il basso prende piede nel cuore, ne sottolinea i battiti mentre la chitarra tenta materna di consolarlo. Le dita giocano con la tecnologia in modo naturale come a rubare le note dell'universo, non c'è artificio ma magia, e il percorso si fa sempre più personale, e interiore: nessuna voce a turbare l'ordine delle cose, soltanto riproduzioni di suoni che avvolgono, trance catartica sostenuta da macchine ed elettricità, un tunnel di sensazioni limpide. E alla fine si preme sul pedale e si suona, una fuga di mezzanotte dove i bassi sono complici e sodali di effetti da immaginario oscuro, sulla pelle scende il buio, arriva la pioggia, piego la testa, e rimango incantata.
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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-06-26 00:00:00
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