La copertina non lascia dubbi. Andrea Mirò, arrivata al suo sesto album da solista, questa volta non vuole lasciare niente nell'ombra, espone se stessa anche nei dettagli più impercettibili. La nudità, seppur reale ma senza ostentazione, è in fondo simbolica. Ricca di fanciullezza, passa in ogni brano, spogliandosi di ogni pregiudizio, percorrendo i sentimenti del quotidiano, le vicende d'amore e di dolore di tutti. Ma il titolo di buon auspicio invita a rinascere e rinnovarsi, sulle orme di una mitologica fenice. Andrea si ricrea, dopo due anni di silenzio, esplode con dieci nuove canzoni. Conserva la sua scrittura piena, è consapevole del peso delle parole, della leggerezza che esse possono donare con il giusto accordo. I testi sono semplici e diretti, le frasi incalzano i pensieri che devono cedere alla forza dell'abbandono su una voce calda, una voce di donna cresciuta e completa. "Prima che sia domani", ballata rock, parla della fine di una storia d'amore nel momento in cui si prende consapevolezza di essere soli di fronte allo specchio. "Un piccolo graffio" è carica con il suo ritornello accattivante e il suo incedere ritmico. Enrico Ruggeri la accompagna qui (e nella vita), maestro e amante, scrive insieme a lei "La fenice" e presta la sua voce in "Dimentica". È una presenza forte ma discreta, che valorizza ancora di più la carica autonoma di Andrea. Cantante sicura e calibrata, è prima di tutto una musicista versatile: tutti gli strumenti dell'album sono suonati da lei stessa. Sceglie due cover che testimoniano le sue radici musicali, ma anche le nostre. Riprende un classico degli anni ottanta,"The riddle" di Nik Kershaw, e finendoci dentro completamente regala un accurato esempio di come reinterpretare il noto non sia cosa banale né facile. Chiude l'album una magica rivisitazione di "Hymne à l'amour" di Edith Piaf, riletto in modo nuovo senza perdere la femminilità originale.
Lei è una certezza, conferma le nostre aspettative. Fedele al suo stile, taccia la monotonia. Finchè trasmette emozioni, il risultato è vincente.
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La recensione La fenice di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-07-13 00:00:00
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