Il titolo del disco –così come quelli delle canzoni- è un omaggio a George Orwell, un richiamo a quell'odio che si doveva instillare in tutti i cittadini contro i nemici del Partito. L'ep ha in realtà poco a che fare con le tematiche del libro: i testi, quando ci sono, restano legati alla sfera intima; l'odio è sì citato, più di una volta, ma sempre all'interno di vicende personali.
E' chiarissmo, lungo tutti i quattro brani, ma soprattutto in quello di apertura, l'interamente strumentale "Ingrid", che gli ascolti che hanno influito su questo disco sono i nostrani Giardini di Mirò e ancora di più i Mogwai, dai quali si distanziano solo per qualche accenno di chitarra noise.
Gli Ingrid sono senza dubbio bravi, in particolar modo per essere soltanto al primo ep, ma funzionerebbero meglio come gruppo strumentale. Le parole e il cantato rovinano l'atmosfera con un che di provinciale, aggiungono quella coloritura da "demo da cantina" che forse sarebbe riusciti a evitare se le canzoni non avessero avuto parole. Detto questo, gli Ingrid sono comunque un gruppo da tenere d'occhio per le prossime uscite.
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La recensione La settimana dell'odio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-09-12 00:00:00
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