Non bisogna farsi prendere da aspettative personali o false prospettive, non è giusto, si finisce per recensire quello che avresti voluto ascoltare mentre l'mp3 che sta girando nel lettore suona tutt'altro. Perdi il punto: ovvero che gli Iori's Eyes sono senza dubbio il miglior gruppo del momento. Io mi aspettavo i Beach House italiani - oltre a due ragazzini viziati e con già fin troppe persone "illustri" alle loro dipendenze: manager, produttori ecc ecc - e adesso mi ritrovo ad ascoltare un'altra cosa. Perse le venature shoegaze/post rock che caratterizzavano i pochi pezzi circolati in rete, le canzoni di questo primo ep assomigliano ad un rimpasto di suoni retrò, chincagliere elettroniche, field recording e un tipo di pop che ricorda gli Yuppie Flu ed i Giardini di Mirò più-forma-canzone. Ma non perdiamo di vista il punto, sarei come mio padre che la domenica a pranzo si mette a disquisire sulla panna cotta elencando a mia madre inutili informazioni sulla densità e sulla pannosità, e nonostante tutto continua a mangiarla ogni fine settimana. Quando la voce rimane nuda con la chitarra in "As Always" tu intravedi Dio e tutti gli arcangeli. E ti rendi conto che ci mancava qualcuno che scrivesse canzoni in questo modo, e che Lui quando canta è originale, particolare. E se la produzione – curata da Federico Dragogna, che suona nei Ministri e non nei Beach House – non ti convince così tanto, il punto è un altro: si percepisce un grande, enorme, talento. A questi due ventunenni gli auguro le migliori cose.
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