Grande vecchio della scena folk-cantautorale romana, Piero Brega firma il suo secondo lavoro da solista confermando le buone sensazioni prodotte da "Come li viandanti", esordio datato 2004. Nelle dodici canzoni allineate in "Fuori dal paradiso", il fondatore de Il Canzoniere del Lazio conferma la propria vocazione da artigiano della musica popolare italiana e veste i panni di un cantastorie pieno di ricordi e di malinconia, e così racconta di vecchi amori, attraversa la sua Roma, parla di Resistenza e dei partigiani, recupera luoghi e passioni, cerca il futuro tenendo bene a mente il passato. In mezzo a tutte queste sensazioni, Brega riesce a districarsi con garbo, usando talvolta un minimalismo esasperato tipico del più puro dei cantastorie, e se una chitarra e una voce appassionata non possono bastare, le sonorità di "Fuori dal paradiso" si arricchiscono di fiati e di archi, ed è proprio quando i brani diventano più complessi che il disco prende il volo, come stanno a dimostrare canzoni delicate come "Marinaio senza mare" o "Valzer di un momento". Un lavoro non certo destinato a rockettari impenitenti e nemmeno a chi cerca innovazioni a ogni costo, ma sapere che Piero Brega riesce ancora a regalarci canzoni importanti non può che riempirci di gioia.
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