Il dream pop sta cambiando coordinate, ormai è chiaro. Non più i pedali per chitarra premuti tutti insieme – l'introversione intesa come vortice di feedback da far tremare i muri – ma i computer con la mela morsicata. Non più la muffa del box auto adibito a precaria sala prove ma il legno della scrivania di casa. Le scarpe, poi, neanche si guardano più. Braccia incrociate sulla nuca, letto sfatto e occhi puntati sul soffitto. Addio shoegaze. Benvenuto ceilingaze.
E benvenuto Dedo. "Solar Day" è, in tutto e per tutto, un tripudio ceilingaze. Giacomo Fiorenza alla produzione, la canadese 9.12 alla distribuzione e un mucchio di melodia a corredo. È un gioco mentale, quello del bolognese Stefano Panzera. In questi nove brani strumentali riprende e fa propria la lezione Warp e Border Community. Un po' come hanno fatto prima di lui i Port-Royal. Con una differenza di non poco conto. Di là un'estetica nebbiosa, affascinante e decadente come un ferragosto a Stalingrado. Di qua invece si sente quasi la risacca del mare e la salsedine sui capelli ascoltando il saltellante idm di "The Gaze" e di "Summer". Altrove, si scorge la solennità ambient pop del primo Nathan Fake ("Serenity", "Goodbye") o certe fascinazioni elettroniche di taglio cinematografico dei Lemon Jelly ("Dancing By The River"). Un buon album, ben orchestrato, con alcuni picchi notevoli. Forse manca un pizzico di personalità. Ma, ne siamo certi, arriverà al prossimo giro.
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La recensione Solar day di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-08-27 00:00:00
COMMENTI (5)
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dove posso comprarlo? :)
bella raga lo vogliamoooooo:)
Gran bel disco