Intanto un dato di fatto. Il disco che ho io non ha la stessa copertina raffigutata in questa pagina. Cioè l'idea è quella, ma nessuna copertina di questo disco è uguale ad un'altra. Ogni cuore è diverso. Così come ogni sentire è diverso. E già questa può essere una chiave di lettura. Ma proviamo a cercare invece una chiave di ascolto, perchè Above the tree, come si può ascoltare sempre qui sopra nel player, ha le idee chiare ma un approccio straniante se consideriamo il punto di vista dell'ascoltatore. Le idee, le sue, sono frutto di una poetica purista nei confronti del suono, l'approccio dell'ascoltatore invece deve essere quello di non aspettarsi nulla di codificato e formalizzato a priori. L'impianto germinale è tra i più classici che ci si potrebbe aspettare: giri di blues, anche immediati se vogliamo. Però poi si avviano per strade "sghembe" (lo so, alcuni lettori odiano questa parola, ma se vi rifate all'effettiva definizione in geometria, capirete che l'accostamento è quanto mai azzeccato), perchè i "giri" di blues diventano "loop", dall'alto calano cori incrostati, su un fianco s'infiltrano noise di synth che, col calore del blues, stridono non poco, per poi arrivare, quasi inopinatamente, a chiusure dei pezzi che definiscono una struttura d'insieme del tutto coesa. Mi ricorda i No Neck Blues Band, roba per pochi pazzi, diciamo la verità. Ma alcuni punti d'esaltazione che ho raggiunto con l'appena citata free-form band newyorkese hanno fatto capolino anche ascoltando "Minimal love", di Above the tree.
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La recensione Minimal Love di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-16 00:00:00
COMMENTI (3)
il mio disco preferito è più simpatico.....
ilmiodiscopreferito.it/
mmm. nònzo.
sono i titoli più belli mai dati a delle canzoni!