Sin dalle prime note di questo ep, capisco subito che quello che sto per affrontare è un disco che non pretende di inventare nulla di nuovo, ma che cerca disperatamente di sembrare il più possibile vicino al mondo degli Oasis
Sin dalle prime note di questo ep, capisco subito che quello che sto per affrontare è un disco che non pretende di inventare nulla di nuovo, ma che cerca disperatamente di sembrare il più possibile vicino a dei miti della terra d’Albione, provando a toccare le corde malinconiche di certi Oasis o avvicinandosi alle sonorità di certo pop rock da classifica made in U.S.A.
Le tre tracce di questo breve lavoro di debutto sono ben suonate, ma fin troppo scolastiche, prive di mordente e carattere, senza un’identità ben definita, seppur con qualche buono spunto melodico. Incappano però nell’errore di ricercare in ogni brano un sound differente: fatto non del tutto negativo, ma che rende il lavoro poco coeso e fa sperare in una maggiore decisione in futuro, per trovare la giusta direzione e rendere unico il sound.
Una citazione a parte merita il discorso voce, che, seppur ben intonata, pecca nella pronuncia, aspetto su cui difficilmente si transige fuori dal territorio italico; in questo breve debutto ci sono comunque momenti interessanti: oneste intuizioni che lasciano trasparire buone possibilità per i lavori a venire.
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La recensione The continuous waiting EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-22 00:00:00
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