Bobo Rondelli
Per amor del cielo 2009 -

Per amor del cielo

La frase fatta, semplice e di poco impegno sarebbe "il Bobo Rondelli che non ti aspetti". Ma sarebbe troppo facile liquidare "Per amor del cielo" come la prova estemporanea di un cantante ironico e pungente che si concede una sortita in temi e toni sentimentali e intimi. Troppo facile perché, al di là di categorie e contestualizzazioni nella carriera di Rondelli, voce degli Ottavo Padiglione, "Per amor del cielo" è innanzitutto un grandissimo disco. Un disco che sa parlare di amore senza essere mieloso o sdolcinato, che trova parole e toni mai eccessivi e sempre venati d'ironia. Canzoni in cui l'amore più quotidiano viene fatto scontrare con idee d'amore assolute e quasi religiose e ne esce vincitore. Rondelli invoca a più riprese il cielo come simbolo di universalità, erige un monumento in suo favore con "Il cielo di tutti" (testo di Gianni Rodari) per il solo gusto di abbatterlo in un altro pezzo a colpi di "Se torno e ci sei ancora / niente mi fa più paura […] E non me ne importa se / il mondo finisse qui". O ancora, nel bellissimo pezzo conclusivo, esalta l'amore per la propria donna per poi chiudere sull'immagine dei suoi occhi che seguono un fondoschiena per la strada, "Ma questa è già un'altra canzone". Attraverso questo meccanismo di continuo innalzamento/abbassamento, Rondelli trova una chiave narrativa vera, originale ed efficace. Una linea di racconto che vive di alti e bassi proprio come le storie d'amore di cui parla e come le storie d'amore reali. Chitarra, piano e poco altro, perché poco serve quando l'idea autorale è così forte e chiara. Uno sguardo ai lenti di Capossela, una bonaria pacca sulla spalla all'ironia più adolescenziale di Dente e via, per un album maturo, intenso e compiuto. Perché Bobo Rondelli, cantautore di razza bastarda, mette insieme nove tracce pressoché perfette. Adatte per un ascolto allegro o malinconico, mai inutile.

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