Eleganti e ripuliti in fotografia, viene da chiedersi se la cravatta non stia un po' troppo stretta ai quattro pisani. Esordio sulla lunga distanza curato ed equilibrato, come a voler nascondere la scorza che di tanto in tanto riaffiora in impeti irrefrenabili. Rock dagli echi provenienti evidentemente dai primi anni 90, soprattutto nei riff chitarristici di brani come "The Drawing Of The Sun" e nella voce, che è stata vista aggirarsi spesso nei territori di Scott Weiland. Ma i riverberi non si fermano qui e vanno dai sopravvissuti degli anni 80 come The Cult ("My First Day On The Earth" o l'ottima "Go On Flyin' You Crazy Angel") alle sonorità più propriamente scandinave alla The Hives in "Sorry But I Feel So Bad" (probabilmente miglior episodio del disco). Echi e sonorità molto varie ma che non confondono e riescono a restare legate insieme senza esplodere in mille frammenti scomposti. "Groundfloor" paga, ironicamente, con un esagerato equilibrio. In realtà di esordi così non ne sentiamo molti, undici brani dove sono decisamente più gli alti che i bassi, una padronanza degli strumenti eccellente ma in cui, di fatto, un po' di polvere in più non guasterebbe.
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