Se si parla di Impollinazioni viene in mente un fascinoso rito amorevole fatto di voli, trasporti, scelte dal sapore di miele. Una contaminazione che forse è un po' l'emblema di questo disco confezionato attorno alle sapienti dita del chitarrista Walter Marocchi che coi suoi Mala hierba dà vita ad una colonna sonora da viaggio, da riposo, da stereo in cuffia. Un'espressività non collocata, o piazzata nelle sfere ibride di jazz, rock, tango argentino, world e progressive: libertà espressiva tipica del jazz ma linee melodiche disegnate con sapienza.
Walter Marocchi suona chitarra elettrica, acustica, classica, percussioni. Compositore, produttore, film editor, ha all'attivo collaborazioni con diverse band del nord-Italia. Ha composto e prodotto lavori che spaziano dal rock alle colonne sonore, alla musica elettronica, al jazz-blues e molto altro. Si occupa inoltre di produzioni video e cinematografiche, per le quali ha lavorato con artisti come Adriano Celentano, Jovanotti, Mercanti di Liquore, Ezio Bosso. Tra le sue produzioni, è da segnalare "Once We Were Children", film documentario sullo scrittore cult Joe Lansdale, che propone in uno spettacolo in duo insieme a Fabrizio Mocata (autore della colonna sonora) che in questo disco suona pianoforte, piano elettrico, tastiere, melodica ed ha studiato con maestri del calibro di Bruno Tommaso, Franco D'Andrea, John Taylor, collezionando svariate collaborazioni con importanti jazzisti. Non si direbbe per uno che ha suonato anche con Povia! Al duo si aggiungono Carlo Ferrara al basso elettrico e fretless, il basso a corde doppie e il percussionista flamenchista Stefano Lazzari, con ospiti come il trombettista Paolo Milanesi (La Crus, Tullio De Piscopo, Enrico Rava) e il chitarrista/polistrumentista Antonio Neglia. Quindi un combo eclettico, eterogeneo e dispensatore di sonorità e stati d'animo vari. Da quelle latine di "Giù Le Mani Da Cuba" a quelle soavi di "Montesinos", dall'inquietudine di "La Boda" fino ad arrivare all'"Elettrotango" o agli esperimenti di"Ciriò" per giungere alle più disparate "Soluzioni".
Talvolta la tecnica straborda, e questo è un plauso, ma non necessariamente è una nota positiva soprattutto quando non ci sono eclatanti innovazioni di stile. Un disco comunque assolutamente da ascoltare. La mala hierba non muore mai, quella del vicino è sempre più verde, e la migliore cresce nel giardino del re.
---
La recensione Impollinazioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-12-17 00:00:00
COMMENTI