Inevitabile ricordarli per Ovosodo, ma sembra ormai inutile e riduttivo continuare a citare quell'esperienza cinematografica per parlare di una formazione che ha raggiunto negli anni una maturita' artistica invidiabile.
Con quattro esperienze discografiche alle spalle (due album e due colonne sonore), gli Snaporaz fanno parte di quello zoccolo duro di artisti che da tempo si dimena poco al di sopra dell'indipendenza, senza riuscire (per fortuna?) a mettere piede nel mainstream.
L'iniziale line up ha perso la sezione dei fiati diventando un quartetto, ma in questo nuovo lavoro il vuoto e' stato ampiamente colmato da illustri ospiti quali l'estroso trombettista Roy Paci e l'attivissimo Giovanni Ferrario (Views, Scisma, Lula, Micevice...)
Considerando che i brani sono stati mixati dal fonico David Lenci (Uzeda, June Of '44...) non e' sorprendente ritrovarsi di fronte a un lavoro denso di suoni e con spunti di prim'ordine.
L'apertura e' affidata a Come mi vuoi, languida e docile ballata guidata da un impeto chitarristico apparentemente represso ma decisamente avvertibile, a seguire va in crescendo l'evolversi di A Volte, in bilico tra melodia e confusione elettronica.
Ruvido e sfrontato il passo obliquo di Mister, brano scelto come singolo, che lascia un sottile sapore lo-fi, condensato su chitarre grattate, slide lontani e ritmica esile.
Il breve gioco strumentale ...(Geppo & Matié) introduce il tenue lamento di Pane +, vissuto attraverso un rock rallentato ma scontroso, atteggiamento frequente nella vena compositiva dei ragazzi toscani.
Strizzando l'occhio al poprock, la melodia nervosa de Il Grande Bastardo si svolge su suoni piu' solari rispetto ai precedenti episodi, ma ecco che il paesaggio ovattato creato da Roy Paci addormenta le note di XXX, liberandole all'improvviso in un'inquieta altalena tra fragore e tepore.
Rotola e rimbalza su ritmiche scorbutiche l'inno al Pentothal, composizione che si agita senza fronzoli, cercando principalmente di farci scuotere la testa.
Dopo il loop semi-strumentale di L'Africa e' Gravida, la bassa fedelta' prende piacevolmente il controllo nella convulsa Un nuovo sentimento.
Decisamente aggressiva la title-track Salto con te, che probabilmente regalera' le scosse migliori durante le esecuzioni dal vivo, cosi' come Citta' che suona, canzone semplice e dal ritornello sbarazzino, ma animata con la giusta intensita'.
Spetta ad Apparizioni chiudere il CD mediante uno spazio inclinato dalle sonorita' stonate prodotte da Paci e Ferrario, che si divertono a spruzzare acido sulle note dei quattro livornesi.
La musica contenuta in questo disco rappresenta un sanguigno impasto di esperienze molteplici, che non dimentica i grandi classici del rock, ma che sa appoggiarsi senza timore alla canzone d'autore, trasferendosi in un ambiente sonoro legato a un certo indie rock, su un piano che sfiora formazioni come Scott 4 o Gomez, sfumando di rado in talune movenze dei Pearl Jam degli ultimi anni.
Appurato che anche senza rivoluzionare si puo' fare un ottimo disco, e' innegabile che l'ultima fatica degli Snaporaz aggiunge un tassello importante a una crescita artistica che merita di essere rispettata e seguita.
Imperdibile per chi gia li apprezza. Almeno da assaggiare per gli altri...
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