Palle magiche che rimbalzano senza controllo (Pim! Pum! Pam!), prati innevati che esplodono di spaventosi colori in primavera, pandori al veleno per mocciosi che a Natale dicon parolacce, un timido animale chiamato bisonte tutto solo in un angolo, se ti prendo ti do un bacio (molla quella fetta di torta perché se ti prendo ti do un morso), dimmi dimmi, quando a casa tornerai vienimi a trovar io ti posso offrire il pane, stati di agitazione (come i bambini che si sbracciano alla batteria giocattolo), tu sei il mio manicomio dolcissimo, a settembre seminerò i campi e le gocce del mio sudore scioglieranno la terra dove razzoleranno le oche e le galline e anche i maiali, mi piace come muovi le tue mani: cos'è 'sta roba?
Semplicemente una magica astrazione che risuona da qualche tempo dalle Marche, tra echi di shoe-gazing, punk rock demente, elettronica 8-bit, filastrocche della nonna, cori degli Alpini e canzoncine per strumenti giocattolo: Ruben e Zagor indossano le loro barbe, saltano sui palchi in grembiulino e dalla loro cesta estraggono canzoni che, una dopo l'altra, disarmano per la loro dolce innocenza dispettosa, come un bambino di quattro anni nascosto sotto il tavolo che ti slaccia le stringhe delle scarpe convinto di non essere visto (magari se odiate i bambini immaginate il viso paffuto del pargolo tutto spalmato e grondante di gelato al cioccolato... Va meglio così vero, non vi fa tenerezza?).
Troppo facile liquidare i Camillas come due cazzoni: troppo complicato invece spiegarvi perché sono due geniacci romantici e creativi. La loro forza è la semplicità, non fate i difficili allora, teneteli seriamente d'occhio. Un altro disco per l'Estate.
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