Se vi sentite come l'uomo disegnato sul pannello di cartone de L'Allegro Chirurgo, costantemente costretti a far vedere i vostri organi interni a chiunque, e prendete la scossa appena vi toccano uno dei tanti vostri nervi scoperti, "Non siamo di qui" potrebbe farvi da coperta del conforto
Ho perso un po' di grinta ultimamente.
"Non siamo di qui" è una delle cose più oneste e vere che ho sentito ultimamente. Potete dire che è adolescenziale, che ha quell'indolenza mista a rabbia tipica delle band grunge che suonavano nella palestra l'ultimo giorno di scuola per dimostrare ai professori che non erano del tutto persone inutili. O che i Cosmetic copiano i Verdena. Vi sbagliate completamente: non ci sono immaginari presi in prestito, camicie di flanella, uomini di latta o case di legno volanti al cui interno inscenare tragedie epiche anni novanta, non ci sono capitani coraggiosi o cheerleader in preda a crisi hipsteriche. Tolta la prima patina romantica e leggermente sognante, sotto trovi solo storie, relazioni, sentimenti, lacrime, lacerazioni, molti sbagli e qualche speranza. Tutte cose vissute davvero.
La musica è pop, emergono più le canzoni e meno l'impasto sonoro scuro, psichedelico e a tratti shoegaze tipico di "Sursum Corda", l'album precedente. Ci sono ritornelli rotondi alla Dinosaur Jr. o alla Flaming lips. Pezzi duri e nirvaniani come "Via Maj" e "Crostata" che sono botte di adrenalina. Ballate chitarra voce come "Ragazzo crudele" e "Ehi, sintonia" che - se avete un cuore che funziona come dovrebbe – riflettono meglio di qualsiasi specchio o pozzanghera. Ma gli arrangiamenti non sono l'aspetto più importante, probabilmente in futuro sprofonderanno di nuovo nel magma rosa fucsia immergendo voce e strumenti in un unico delay flangerato. In questo disco, invece, è bastato rendere le parti un pelo più nitide ed ecco i Cosmetic in tutta la loro fragile bellezza. Perchè sono due le cose che contano: è un tipo di songwriting molto particolare, con piccole punte geniali; è un'emotività che non ha mai paura di mostrarsi.
In sostanza: se vi sentite come l'uomo disegnato sul pannello di cartone de L'Allegro Chirurgo, costantemente costretti a far vedere i vostri organi interni a chiunque, e prendete la scossa appena vi toccano uno dei tanti vostri nervi scoperti, "Non siamo di qui" potrebbe farvi da coperta del conforto. Probabilmente vi sentirete meno indifesi e meno soli. Più normali e più felici. Ho un'inaspettata passione per le storie eroiche e le cose grandiose, e se la mia storia non lo è, mi guarderò l'alba e la sua gloria. Starete bene. Ve lo prometto.
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La recensione Non siamo di qui di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-10-05 00:00:00
COMMENTI (10)
lo ammetto ho ascoltato il disco solo per la recensione/
e non me ne sono pentito...
Bellissimo il disco e anche la recensione!
Complimenti ai Cosmetic e a Sandro!
che bello!
è vero Sandro è un recensione stupenda.
ci tengo a scriverlo anche qui: bellissima rece. Mò mi ascolto le tracce in pausa pranzo
WOW sandrin che bella recensione.
romantic
(e che bel disco)
questo disco funziona benissimo !
"NE NOI NE LEANDRO " abbaglia di meraviglia .
e poi le parole di Bart ! insoliti e splendidi incastri in italiano !
you've gonna go far kid! [:
:)
questo disco è molto bellissimo