Nella sfilza di cd-r raccolti al M.E.I. di Faenza anche questo lavoro dei bolognesi (d’adozione) Rosaluna sembra contenere qualche spunto interessante. Incuriosisce innanzitutto la scelta del nome, dettata dall’amore per il cantautore inglese Nick Drake e, in particolare, per il suo disco “Pink moon” dal quale la band esplicitamente prende il nome.
Non è quindi difficile immaginare la cifra stilistica del terzetto (anche se il progetto è aperto a varie collaborazioni): un folk di matrice acustica, contaminato da fisarmoniche e flauti, con chiari riferimenti alle tradizioni musicali presenti nel meridione. Infatti, anche le liriche (curate da Graziella Ferrise, la ‘Sgalambro’ della situazione) rispecchiano questo processo compositivo, sintetizzato nelle note stampa come la “contrapposizione tra l’allegria che si respira nelle feste popolari e la tristezza dello show moderno”.
E in realtà gli intenti artistici della band si concretizzano discretamente nel disco portato alla nostra attenzione: il fatto è, però, che manca ancora un collante ‘robusto’ per dare uno spessore personale al proprio sound - sicché il cd zoppica in alcune parti per superficialità (“Senza un presente”), arrangiamenti inutili (“3 maggio 1808”) e, soprattutto, lunghezza dei singoli brani, dove il classico ‘meno è più’ non viene preso in considerazione. Se poi ci fosse complessivamente un po’ più di ‘rabbia’ (come succede in “J. B.” e “Alastor”), di certo le strutture sonore dei pezzi acquisterebbero in omogeneità e scorrevolezza.
Quindi teniamo d’occhio i ragazzi: devono ancora ‘farsi’ per superare le incertezze, ma con un bagaglio maggiore di esperienze (live e ancor di più in studio) potrebbero sfruttare la scia di gruppi ormai consolidati che si trovano ai vertici del movimento folk nazionale.
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La recensione Mata e Grifone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-08 00:00:00
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