"Ultime notizie di cronaca" arriva in un momento particolare, con i tre componenti dei PGR apparentemente lontanissimi. Canali ormai simbolo del rock incazzato e pensante, Maroccolo perso soprattutto in rigagnoli elettronici e produttivi, Ferretti a destreggiarsi tra comizi, orazioni e lodi musicate. L'unico modo per coordinare il trio e mettere insieme qualcosa di nuovo è dare un punto di partenza chiaro e Maroccolo lo trova nell'incompiutezza del disco d'esordio della sigla PGR, datato 2002. Ultimo disco con Magnelli e la Di Marco, segnato da un'elettronica modellata dal produttore Hector Zazou. Accantonato il produttore esterno, Maroccolo si prende in carico la realizzazione delle trame elettroniche e d'atmosfera, procedendo in accordo con Canali e con le sue chitarre affilate e in costante movimento. A detta dello stesso Maroccolo, musicalmente vogliono dimenticare "D'anime e d'animali" (2004), per dare un compagno al disco d'esordio e chiudere così con un cerchio l'avventura PGR. Perché l'altro dato di fatto, ineludibile per tutti i protagonisti fin dall'inizio, è che si sta scrivendo la parola fine. E la parola fine coincide con suoni precisi, puntuali e puntuti, che scavano e ossessionano per circolarità e rarefatta progressione. Rare concessioni al ritornello o alla presa del pubblico (le due cronache di guerra e in parte "Cronaca filiale", sorta di rielaborazione concreta del viaggio di "Matrilineare" dei CSI), ciò che domina è un'atmosfera di stasi non pacificata, di sensazioni non riconciliate. Fondamentale, in quest'ottica la coabitazione delle voci di Ferretti e Canali, con il secondo ben più in risalto rispetto al semplice ruolo di coro del passato. A fare da contraltare all'insicurezza pervasiva delle musiche è la voce di Ferretti, sempre più cavernosa. Il clima di sospensione è preso a mazzate dalle certezze cantate da Giovanni Lindo, che prende posizioni forti e non concede scampo a chi è portatore di pensiero dubbioso e di dialogo, dipinto come possessore di un'identità sottomessa e senza spina dorsale: "Oche impaurite, oche intubate / credono il patè loro forma sostanza / vasetto cremoso spalmabile / in ogni cicostanza". Analoga sicurezza nell'attaccare l'uomo moderno ("fecondo d'aborto e di democratiche soluzioni eutanasiche", "Cronaca del 2009") e tutto ciò che è progresso tecnologico, identificato con chi turba nel fine settimana la pace contemplativa dell'eremo montano in cui si è rifugiato Ferretti ("Profane mense ipercaloriche / od olocausti di tavolette organiche / in paramenti rigorosamente hi-tech", "Cronaca settimanale"). Un attaccamento alla terra e alle radici che trova conforto nella religione, costantemente evocata e infine cantata nella finale "Cronaca divina". Personalmente fatico a trovare minimi punti di contatto con ciò che canta Ferretti, ma in questi anni sono riuscito a separare il Ferretti-uomo dal Ferretti-artista e trovo che quest'ultimo è e continua ad essere capace di cantare ed esporre il proprio pensiero in modo evocativo, lucido e stimolante. È così anche stavolta e, miracolosamente verrebbe da dire per restare in clima, l'inquietudine delle musiche e le granitiche certezze delle parole non si scontrano, ma si incontrano, si incastrano e si esaltano a vicenda. Ecco che le cose vanno così come dovevano andare: "Ultime notizie di cronaca" è un disco testamento che trova i suoi protagonisti in perfetta forma e con grande voglia di fare. Ognuno dà il meglio di sé e ciò che ne esce è probabilmente la cosa migliore partorita dai PGR nella loro tormentata esistenza. È il disco che ci si aspettava da loro in questo momento, è giusto che sia così, per quanto faccia impressione pensare che i particolari in chiaro, percepiti a suo tempo tra indistinto brusio, possano essere le parole del canto religioso che chiude il disco e il sodalizio Ferretti-Maroccolo-Canali.
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