Conservo il vivido ricordo dei JoyCut sul palco come una sorta di liposuzione melodica dei Cure più dilatati e meno nichilisti. E francamente anche la loro seconda prova su disco, "The Very Strange Tale of Mr.Man", non si discostava poi così tanto da tale impressione, accordo più accordo meno. Nel nuovo "Ghost Trees Where To Disappear" cambiano le cose, in meglio però: l'approccio emulativo si attenua e le intuizioni embrionali del disco precedente prendono qui definitivamente spessore, anche in virtù di una dichiarata continuità lirico-concettuale che accomuna i due lavori e che identifica nella figura di Signor Uomo l'unico protagonista. Aumentano la visionarietà narrativa, la trasversalità artistica e subentra prepotentemente una non comune sensibilità sonico-ambientalista (dal packaging in materiali riciclati alla stessa registrazione dell'album, realizzata presso il The Premises, primo studio di registrazione europeo interamente alimentato da energia solare). A fine ascolto "Ghost Trees Where To Disappear" suona come un concept-album al passo coi tempi che, per quanto ancora non completamente depurato dalle tossine sonore di Robert Smith&Co. ("TTG" e "Apple" su tutte), si lascia docilmente imbastardire nella sua congenita pop-psichedelia-shoegazer dalle contaminazioni siderali di Jason Howes alla consolle, coreograficamente più congeniali al nuovo scenario di Signor Uomo, che abbandona definitivamente la degenerazione delle alienanti periferie sub-urbane per rifugiarsi dentro la spettrale brutalità degli spazi aperti naturali, orribilmente violentati.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.