New York. E' allo storico CBGB, ai margini del Village, che organizzano le serate "Organic Grooves", ed è lì che un milanese si tuffa nella mescolanza fra elettronica, black music e jazz poco convenzionale, salvo poi trovare spazio per la sua pubblicazione ancora in Italia, presso la mai troppo lodata Irma records.
A volte, vuoi perché a corto d'idee, vuoi perché davvero efficaci, il recensore si rifugia nelle descrizioni presenti nelle note stampa. Stavolta, meglio che mai descrivono l'essenza di questo lavoro di Zeb le parole usate dal maestro John Vignola nella sua recensione su Mucchio Selvaggio: "L'album trasmette una soluzione sonora dalla raffinatezza d'eccezione, sfuggente ed avvolgente, sospesa tra arcaico ed uno spiccato senso del futuro dei suoni: un unico villaggio, dove est ed ovest, nord e sud, non sono più connotazioni estetiche (e geografiche) significative".
Davvero, meglio non si poteva descrivere. E dove, se non a New York, il nostro Moreno Visini poteva recarsi per vivere dal di dentro un clima cosmopolita, d'ampiezza di vedute, fatto d'innumerevoli possibilità ed influenze?
Grooves trascinanti, house (ma di quella piacevole e non tamarra!), breakbeats ed una costante venatura funk farciti da flauti ("Cafè con leche"), arpeggi di chitarre e tromba jazz (come in "Good night"), arabeschi vocali ed urli africani (l'inizio di "Mood electric" e "The swimming Pool") e tanto altro ancora, fanno di questo "Jesterized" il compagno migliore per chi cerca dell'ottima, moderna ed intelligente musica elettronica.
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La recensione Jesterized di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-13 00:00:00
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