Si è detto, tempo fa, che la musica degli anni Ottanta è stata quella più effimera, quella che si sarebbe meno ricordata, tra i vari decenni ormai trascorsi, nella storia della musica. Da un certo punto di vista questo è vero, ma qualcosa doveva pur essere accaduto di “memorabile”, in quegli anni pieni di tanto fumo e poco arrosto. Musicalmente prevaleva l’elettronica e tante canzoncine leggerissime e scontatissime, ma l’ondata punk degli anni Settanta aveva lasciato il posto al post-punk, al new romantic, che qui in Italia abbiamo chiamato new wave. Proprio da quest’ultima tendenza musicale, i pugliesi Cadabra traggono la loro ispirazione, così come molte altre bands sembrano fare ultimamente, in una sorta di revival della “nuova onda” degli anni Ottanta. Peccato però che troppo spesso ascoltiamo “recuperi-fotocopia”, nel senso che si tende a suonare esattamente come nel decennio in questione, senza attualizzare i brani alle nuove esigenze musicali. I Cadabra sono ancorati agli anni Ottanta, ma si denota uno sforzo nel voler attualizzare i suoni, soprattutto in “Working on the sun” e “Love target”, songs contenute nel loro terzo demo-tape e che alla fine considero le meglio riuscite. In tutto il lavoro appare chiara l’ispirazione dei Bauhaus, dei Cure, dei Death In June, ma anche dei Daf e di esponenti vari dell’elettronica tedesca. Anche i temi sono coerenti con l’ondata new romantic e dark: ricompaiono la solitudine, il buio, lo specchio, le bugie, termini assai cari ai signori Smith, Murphy e compagnia bella. Ai Cadabra auguro una cosa: incidere finalmente un cd, ben curato, per ascoltare meglio la loro musica, che nei meandri di un demo-tape può perdere parte del suo valore…
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