Perché i Mistonocivo non sono famosi? Ovviamente non intendiamo "famosi" nel senso di "famosi come Eros Ramazzotti", no. Però "famosi come gli Afterhours", un famoso da primo maggio insomma, questo non sarebbe immeritato. Non resta quindi che stare a vedere se il terzo album sarà quello buono per guadagnarsi il posto al sole nel mondo del mainstream alternativo che fino ad ora gli è sfuggito. I presupposti ci sarebbero: dentro questo "Zerougualeinfinito" ci sono tutte le cose che di solito piacciono all'ascoltatore medio cresciuto a pane e festival di musica emergente. Prima di tutto, è pessimista al limite della desolazione, le liriche sono piene di lividi, tormenti, tremori e galassie che implodono, e c'è anche l'intro cinefilo – l'ascoltatore alternativo, si sa, anche lui di solito è cinefilo – nonché inquietante (è tratto da "M il mostro di Dusseldorf"). E poi ci sono il rock ermetico-grunge alla Marlene Kuntz ("Cash", "Luna", "Vitamina") e quello più percussivo-siderale alla Subsonica ("Serpe", "Linea", "Nel blu"), ci sono la fisarmonica nel tango postatomico "Torazina Porteña" e le tastiere stile U2 epoca "The Unforgettable Fire" in "Subnocivo". Riassumendo: varietà sonora, erudizione, immaginario postmoderno. Cosa manca? Forse un Sanremo. Checché se ne dica, può tornare utile.
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