Apro il pacchetto e trovo una noticina stampa con scritto:
La scelta di cantare in inglese e' data esclusivamente dalle nostre influenze musicali e dal poco interesse che il mercato italiano d'oggi sembri dimostrare per musica che non sia altamente commerciale, in ogni caso qualora il mercato italiano si riveli interessato alla produzione e distribuzione della nostra musica, noi saremmo disponibili a tradurre o scrivere testi in italiano.
A questo punto la mia unica voglia e' quella di aprire la finestra e usare il CD, ancora da ascoltare, per giocare a freesbee con il palazzo di fronte... ma in un attimo di lucidita' decido di inserire nel mio lettore questo primo lavoro promozionale dei bolognesi Leit Motiv.
La copertina di questo Where The Wind Blows non lasciava presagire nulla di buono e i miei timori si rivelano fondati allorche' dalle casse del mio stereo divampa un colorito infuso di prog metal e hard rock, generi musicali per i quali non ho mai avuto un profondo amore ma che a piccole dosi ho sempre apprezzato. Il problema di fondo e' dovuto al fatto che approcciare oggi questi suoni senza risultare stucchevoli e banali e' un'impresa che spetta solo a pochi eletti.
Purtroppo ai Leit Motiv non spetta questo privilegio e il loro CD, pur muovendosi in maniera impeccabile tra sinfonia, assoli speed, leggiadre chitarre acustiche, progressioni e ampie aperture vocali, si rivela un fiasco assoluto per quello che riguarda idee e originalita'.
Nove brani arzigogolati che sembrano rispolverati da un disco d'altri tempi, che riascoltato oggi fa solo sorridere, se non fosse che e' stato inciso nel secondo millennio...
Nulla da dire sulle doti tecniche e sulla profonda conoscenza dei generi di riferimento, ma per essere credibili non basta imparare a memoria.
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La recensione Where the wind blows di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-24 00:00:00
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