È un grande banchetto e nel piatto ricco mi ci ficco. Ognuno ha portato del suo, i sapori della sua terra. E lì ci si nutre di cibo e di musica. Così quelli della Riserva Moac sono gli invitati preferiti che animano la serata e contribuiscono enormemente a renderla unica. Ottimo punto di incontro tra contemporaneità e tradizione, portano in tavola con stile esclusivo tutta una corrente etnica in evoluzione. Poco catalogabili in definizioni univoche riescono a convogliare insieme generi lontani in un turbinio continuo di rock, folk e un pizzico di ska. Questo secondo lavoro è un disco orchestrale e avere nell'ensemble una fisarmonica non basta per tenere fuori dall'opera una chitarra elettrica. Le due anime non si fronteggiano ma si affiancano. La più classica delle sezioni rock composta da basso chitarra e batteria lavora insieme ad un sound dallo spessore popolar-folkloristico con zampogne e cornamuse. Sono orecchiabili, non così difficili da digerire come potrebbero apparire dagli ingredienti, travolgono come un fiume in piena e sulle sponde lasciano un'allegra voglia danzante. Il merito di questo eterogeneo connubio va anche dato alla presenza di due voci, maschile e femminile, che sull'alternarsi giocano il loro punto di forza. L'atmosfera allegra e conviviale non deve però ingannare, i testi sono profondi e impegnati, si canta un'accusa verso l'indifferenza in "L'indifferente" e con una metafora in "La Giudecca" l'attenzione passa al dramma degli emarginati. Il loro piglio personale si fa sentire anche nella rilettura di "Andare camminare e lavorare", cover di Piero Ciampi in linea con il loro carattere controcorrente. Il menù è talmente vario che raramente potranno esserci lamentele.
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La recensione La musica dei popoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-01-26 00:00:00
COMMENTI (1)
più che interessanti!
c'è veramente di tutto.. e ben assiemato!
musiche tzigane su tappeto elettronico, ritmi ska, afro, e tanto altro.. non ho trovato i cori alpini. peccato..
[: