Mamma mia che paura! La prima traccia di questo disco è uno strumentale country-western con tanto di urletto "yyhoouhh". Pronti a indossare speroni e Stetson e farvi catapultare nella prateria? No? Ecco, bravi. Riponete pure il lazo, "i.a." è uno scherzetto di questi quattro burloni, che alla seconda canzone tornano seri (più o meno). Pronti, invece, a farvi catapultare in un posto a metà fra una cantina punk anni 90 e la pubblicità della Tim? Sì, suona mostruoso, però non lo è poi così tanto: si tratta in pratica di punk cazzaro. O "Poppanc", per dirla con il titolo di uno dei brani, citazione dei Ramones con liriche profondissime, tipo: "ho bevuto vino e birra fino a stare male, ho ancora voce per cantare", "voglio suonare in un gruppo pop-punk e la gente mi ammirerà". Difficile che sia profetico, ammirazione è una parola grossa, casomai simpatia, questo sì. E su questo dovrebbero puntare, perché il cazzeggio gli viene meglio dei tentativi di serietà, tipo "TV": un frullatone di luoghi comuni (anche condivisibili per carità) sullo stato della televisione e dell'informazione in genere (per capirci: una specie di versione sbiadita dei Ministri, che già di loro non si può dire che abbiano il punto forte nell'originalità dei testi). Quindi, il consiglio è: siete cazzari? Niente pudori, fate i cazzari.
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La recensione Disillusione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-11-09 00:00:00
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