Ritorno di pregio per la band capitanata dall'infaticabile contrabbassista e multistrumentista Danilo Gallo (mille altri progetti tra cui gli ottimi Guano Padano), animatore anche della nostrana ed emergente label El Gallo Rojo, per cui esce il disco in questione. Questa volta i Gallo & The Roosters sono: Achille Succi al clarinetto basso, Gerhard Gschloessl al trombone, Zeno De Rossi alla batteria con la preziosa aggiunta di un ospite di lusso come Gary Lucas a chitarra e dobro. Siamo davanti ad un saggio di jazz super contaminato da folk e blues e spaghetti western, sperimentazione a 360 gradi, tecnica e invenzione, scrittura ricercata e classicismo raffinato si sposano in maniera innovativa e parecchio convincente.
Si trova di tutto dentro questo gran calderone: apertura subito calda con "Bela Lugosi", una squisita marcia di free jazz che gioca in equilibrio con il rock senza cadere dalla fune. In "The Unitalian composer" rallenti e tirate, con i due fiati su tutti a giocare rincorrendosi come dei diavoli, prima d'improvvisare trame spezzate e sfasciate. Il grande Zeno De Rossi (tra i tanti progetti ricordiamo la presenza stabile nella band di Vinicio Capossela) scatenato a dettare i ritmi in "Hushpukena" con i Roosters che gli vanno dietro a testa bassa architettando svisate rumoristiche, controtempi, sibili e ambienti. In chiusura con "Laura" abbiamo un'altra prova della loro bravura, esperimento che evidenzia bene la "exploding note theory" profetizzata da Captain Beefheart (che ha come scopo quello di suonare la musica come se ogni singola nota non dovesse avere assolutamente alcun rapporto con quella suonata prima o quella dopo), tesi artistica cui il disco fa brillantemente riferimento.
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