Questo disco si apre così: "Yeah come in, have a seat, show's beginning" e si chiude così: "We seek no fame nor shame". Allora noi ci sediamo e vediamo un po' che cosa ci propone questo show: un certo mood nordico, prima di tutto, a cominciare dalle illustrazioni del booklet, una serie di incisioni che fanno pensare a certe favole oscure. Gli stessi paesaggi infantil-dark sono tratteggiati con gli strumenti, in particolare con l'arpa, che spennella un po' in tutte le canzoni, ma soprattutto nell'iniziale "The Gathering". Nel caso qualcuno si stesse spaventando, precisiamo: Suz (al secolo Susanna La polla) non è una specie di svolazzante new-ager intrippata di celticume che parla coi troll, e "Shape of fear and bravery" non è così etereo come si presenta nei primi tre minuti, anche perché l'interpretazione è sempre abbastanza sexy. Addentrandosi, poi, si trovano chill-out un po' fighetto alla Groove Armada ("Soulminer"), sinth-pop anni 80 ("Shield Machine"), nu jazz ("Fear", "Countdown") e anche un'ombra di cantautorato meditativo - sarà scontato, ma il violoncello di "Release" evoca immediatamente il fantasma di Nick Drake.
E con "Release" siamo tornati alla fine: "We seek no fame nor shame". Shame decisamente non ne dovrà provare Susanna, per questo esordio. Quanto alla Fame, chi può dirlo? La cosa certa è che c'è in giro gente che se la merita meno di lei.
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La recensione Shape of fear and bravery di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-10-02 00:00:00
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