Avere trent'anni e vivere a Sassuolo. "Chi mi devono piacere? gli 883? No: "al Vendicatore Calvo piacciono gli Afterhours" dice lui. Visto come canta e come scrive devono piacergli davvero tanto, aggiungiamo noi. Gli piacciono anche i Radiohead perché "suonano cose che non fanno scuotere il culo, ti costringono ad ascoltare". E Bugo perché scrive testi sgangherati. Un Vendicatore Calvo Aka Sighi (all'anagrafe Enrico Sighinolfi, abbreviato VCAS) che è altrettanto sgangherato. Sembra la parodia di qualcuno ma non lo è, anzi. Parla in terza persona, rivolgendosi a se stesso come ad un'entità scollegata, valvola di sfogo esterna. Scrivo al Vendicatore per saperne di più, perché sono curioso. Mi parla della sua città: "…il più grande comprensorio della ceramica industriale d'Italia, una volta del mondo, conosciuto soprattutto per Nek (…). Un posto brutto perché cementificato, con l'ex incrocio (ora rotonda) tra i più trafficati d'Europa pieno di cubi giganti tra l'ipermercato Panorama e il McDonald's. Un posto dove c'è chi prova a chiudere i centri sociali e le moschee, che dopo un anno a Sassuolo abbiamo dei cortei di musulmani che protestano che manco Martin Luter King ce li aveva".
Arrivato a trent'anni, quando vedi che le cose non vanno come vorresti, ti passa la voglia di ingoiare e stare zitto. L'unica cosa fattibile allora è vendicarsi, magari scrivendo canzoni e postando dei video caserecci in bassa risoluzione su youtube dove la gente commenta "smettila di essere pelato". Il Vendicatore Calvo invece rimane calvo. E forse è dall'assenza dei capelli che tra e la sua forza, Sansone al rovescio con qualche sassolino nella scarpa e la voglia di levarselo. Testi caustici, schietti, che a suo dire sono patrimonio di tutti, musica militante nata sulla poltrona di casa con una chitarra scassata e poco altro e viva per trasmettere qualcosa, forse anche solo far sapere a tutti che stai facendo quello che ti piace. Nasce da qui il demo, ovviamente autoprodotto, del Vendicatore Calvo.
Sette pezzi, sette finestre sulla vita di Enrico Sighinolfi, ritratti di quello che c'era ("Polistil" e "Le cose cambiano") e di quello che c'è ("Dirigibilino" , "Supermercato", "Spalancate finestre" e l'ottima "Vento") e forse di quello che sarà ("De redio"). "E' più normale vomitare che sentirsi sempre uguale. E' più difficile cambiare prima di ricominciare". Parole del Vendicatore. "Non c'è fine" dice lui, "al peggio" aggiungiamo noi. E qualcuno (non necessariamente sempre e solo Vasco Brondi), dovrà pur dirlo.
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La recensione Demo #1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-05-13 00:00:00
COMMENTI (4)
quetse recensioni ambigue ma oneste mi piacciono sempre...:)
e adesso che ho ascoltato "le cose cambiano" e ho i brividi?
a presto
complimenti!sembra tutto molto interessante!foto a parte....:)
:?
forza vendicatore. io che ti conosco bene ti sostengo.