Quinto album per i Lou Dalfin, che proprio quest’anno festeggiano i dieci anni di attività. E’ il quinto lavoro, ma per Sergio Berardo (leader del gruppo) è in pratica il primo che suona veramente alla Lou Dalfin. Dei precedenti era sì soddisfatto, ma per lui quei quattro dischi non riuscivano a trasmette la vera energia e la vera carica che la band occitana trasmette nei suoi live-act. Questa che esce ora è una sorta di antologia, tra vecchi e nuovi brani, tutti registrati in presa diretta in studio, senza sovra-incisioni. Si cattura l’essenza loudalfiana, quella che ha fatto ballare e sognare molti sostenitori del gruppo, soprattutto nei concerti. C’è la tradizione occitana che si tinge di rock, i balli sfrenati e le dolci ballate. Un modo perfetto, cioè, per avvicinare anche i più giovani ad una cultura, quella occitana, della quale Sergio Berardo e soci sono ormai considerati gli ambasciatori. Grazie a loro la danza e la musica delle vallate da cui provengono i Lou Dalfin, si sono diffuse in tutta la penisola, oltrepassando anche i confini, fino in Francia ed in Spagna.
Sin dagli esordi, infatti, la band si è prodigata nel portare avanti di pari passo la musica e la diffusione della propria cultura, che altrimenti sarebbe andata persa. Ogni disco dei Lou Dalfin, ma questo in particolare, è perfetto per una festa, da ascoltare all’aperto, per lasciarsi trascinare dal ritmo, dai colori di una tradizione che, nelle mani di Sergio Berardo, si tinge di rock e diventa unica, inimitabile. Ghironda, fisarmonica, organetto, cornamuse, flauti e scacciapensieri si incontrano nelle vallate occitante con la chitarra, il basso e la batteria ed insieme si amalgamano, si uniscono armoniosamente. Che festa! Inizino le danze…
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La recensione La flor de lo dalfin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-04-08 00:00:00
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