Appaloosa
Savana 2009 -

Savana

E' musica che schiuma funk ardito, in cui ai bassi sono riservati plurimi pattern, mentre le chitarre imperversano tra dosi massicce di noise, e la batteria viene lanciata in esplosioni di violenza primitiva. Carnale, distorta, è furia sonora di impatto devastante, che purifica e scarnifica i sensi quella che il cavallo di razza livornese elargisce copiosamente nella jungla musicale della loro "Savana".

A distanza di quattro anni dai folgori di "Non posso stare senza di te" il Dna degli Appaloosa sostanzia la sua attitudine compositiva, lasciando ancora margini ampi di micce improvvisative ma cucendo nello stesso tempo con più perizia lo spazio degli arrangiamenti. Il drumming selvaggio, senza briglia alcuna definisce l'intera andatura e assume le fattezze di un inno orgiastico alla frenesia del suono. La danza smodata poi cessa e parte un'inquietante tempesta space-rock mentre intorno nubi di synth coniugano immaginari espansi. La folle vorticosità si gonfia di iniezioni sempre maggiori di chitarre/schianti che ti mettono a soqquadro lo stomaco, mentre ancestrali inserti vocali, aprono la scena a mondi musicali stratificati che si conficcano nella vivida carne di una ritmica che si contorce. Micro-orgasmi di nano-elettronica si aprono nel cervello come fiori caleidoscopici, ora chiari ora neri come la morte. Si celebrano ancora concerti strepitosi, dove nuove geometrie sonore vengono dilatate mai in dimostrazioni di freddezza tecnica, quanto piuttosto in implosioni di meditabonde tracce al limite di certo noise-ambient. Il tutto esposto con un'estetica dal forte impatto visivo che continuerà a schiaffeggiare il ventre del già entusiasta pubblico che li conobbe qualche anno addietro.

Queste le coordinate che tracciano il cammino per l'ascolto, il sentiero è però nettamente più complesso, non racchiudibile in steccati che ne limitano certamente il vigore e la sicura potenza.

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