(Considerazione a priori: la confezione e il libretto costituiscono un buon packaging artigianale, semplice, quasi infantile, ma a suo modo impeccabile.)
Avevo già conosciuto i Kyrie qualche tempo fa e li ricordavo molto cupi, il loro dark di matrice Cure era infatti decisamente scuro. Invece in questo nuovo doppio CD sono contenuti sedici brani che pur partendo da un approccio dark giungono ad una forma di new-wave delicata, pacata e gentile sia nella voce che negli arrangiamenti. La "delicatezza" è la caratteristica, è il mood di questi nuovi Kyrie... riescono ad essere delicati anche quando spostano lievemente il suono verso il noise (succede in rari episodi a dire la verità...).
I due CD fanno parte di un viaggio contemplativo dove i movimenti sono rallentati e l'ascoltatore galleggia nelle immagini di volta in volta evocate; più li ascolto, più mi viene in mente l'omino di alcuni video di Moby: già! questo "aeronauta" dei Kyrie somiglia all'omino malinconico, un po' stupito e affascinato dal mondo, protagonista dei clip di Moby.
Ai sedici brani corrispondono sedici fotografie, sedici flash che fermano il tempo e catturano ora una sensazione, ora un ricordo, oppure un istante. E c'è un po' di tutto: nel primo brano viene immortalato un pomeriggio di pioggia, a partire dal preciso istante in cui il cielo si fa grigio e inizia a piovere; in "festa di piazza" la foto cattura il chiacchericcio della gente, il profumo di autan, la visione dei nomi incisi sulla lapide del monumento ai caduti... e poi, in "caccia alla volpe" il ricordo dell'amata porta alla luce immagini del passato... e così via, tanti racconti. Tanti attimi. Uno dietro l'altro. I Kyrie sono dei pittori dei suoni che realizzano quadri dove impressioni e sensazioni comuni sono inserite e fissate tra note delicate e versi semplici, ma a loro volta studiati, ricercati e pesati.
Per finire (e concludo così) il giudizio è sicuramente positivo, ma il risultato non eccelle perchè forse è prolisso: qualche sforbiciata alla scaletta (credo) avrebbe senz'altro giovato.
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La recensione Le inutili divagazioni di un aeronauta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-04-15 00:00:00
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