Nadàr Solo
Un piano per fuggire 2010 - Rock, Pop

Un piano per fuggire

Ho voglia di andare ad un concerto. Di quelli estivi nelle feste infangate con il profumo di grigliata, che quando inizia il temporale si corre ai ripari sotto i tendoni di fortuna. Ho voglia di un concerto in maniche corte, ma lo voglio adesso che il giardino è bianco di neve. Un concerto che sia estivo nel suo spirito di immediatezza e leggerezza, ma che mi possa godere anche davanti alla cioccolata calda in quel bar familiare tanto piccolo che ha sempre le finestre appannate. Ho voglia di sentirmi giovane, io che non sono vecchia… Ho voglia di sentirmi ancora un po' adolescente, quando gli Smashing Pumpkins erano ancora loro, con le loro ballate struggenti, con quella voce tanto particolare che ti catturava, con quel ritmo rock che ti estraniava da tutto il resto. Quando i Verdena erano alle prime armi e noi li conoscevamo perché quasi vicini di casa. Non voglio troppe sperimentazioni, strumentazioni strane, voglio rifugiarmi nel classico sound rock di batteria, basso e chitarra. Voglio distinguere le note dei giri di basso. Ho voglia di canzoni piene di verve, di testi che raccontano qualcosa, di ritornelli che io, senza memoria, possa subito ricordare e canticchiare grazie al perfetto impianto melodico.

Voglio la nuova generazione dell'indie-rock e lo so che i Nadar Solo fanno al caso mio. Subito accattivanti con l'apertura di "7 anni" uno dietro l'altro i dodici brani non sono mai scontati e entrano subito nelle orecchie. Sono freschi e geniali, prendono ispirazione sì da Verdena, Smashing Pumpinks e anche dagli Afterhours, ma rimangono originali e non sterili copie: ascoltare "5 secondi " per credere. Quando il bisogno di evasione arrivare all'apice, loro rappresentano un perfetto piano per fuggire.

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